INIZIA L’ANNO C

INIZIA L’ANNO C

Il Lezionario Festivo

Le più antiche testimonianze sul tempo liturgico dell’Avvento risalgono alla fine del IV secolo. Il termine «avvento» ha da sempre indicato sia la venuta del Figlio di Dio nella carne, sia il suo ritorno alla fine dei tempi, ma anche la quotidiana venuta di Gesù nel cuore dei credenti. La prima domenica orienta verso la parusia finale, la seconda e la terza richiamano l’attenzione alla venuta quotidiana del Signore, la quarta prepara alla nascita di Gesù. In questo anno C, le prime letture sono profezie sul Messia e sul tempo messianico, tratte dai libri dei profeti Geremia (I domenica), Baruc, suo segretario (II domenica), Sofonia (III domenica) e Michea (IV domenica) che annuncia la nascita del Messia a Betlemme. Negli scritti di questi profeti si trova un’eco della grande speranza che ha confortato il popolo di Israele durante i secoli duri e decisivi della sua storia, prima, durante e dopo l’esilio di Babilonia. Sono pagine ricche di gioia e di stupore nelle quali i profeti invitano il popolo alla consolazione e alla speranza, nonostante le gran di difficoltà da superare. I lettori che si alterneranno all’ambone avranno pertanto il compito di trasmette re all’assemblea il senso di stupore, di entusiasmo e di grande gioia che i profeti in tendono trasmettere. Sono pertanto assolutamente da evitare letture fredde e prive di interpretazione: dobbiamo saperci immedesimare nel popolo che attende la venuta del Signore che lo guiderà dalle tenebre alla luce della salvezza. Le seconde letture sono tratte da due diverse lettere di Paolo (1a Tessalonicesi e Filippesi) e dalla lettera agli Ebrei. Con tengono esortazioni e annunzi, in armonia con le caratteristiche di questo tempo. Le letture del Vangelo hanno nelle singole domeniche una loro caratteristica propria: la vigilanza nell’attesa della venuta del Signore alla fine dei tempi (I domenica); un pressante invito alla conversione contenuto nella predicazione di Giovanni Battista (II domenica); la sua testimonianza data a Gesù, riconosciuto come il Cristo (III domenica); la visita di Maria a Elisabetta (IV domenica). Giovanni Battista è l’ultimo dei profeti dell’Antico Te stamento. Ha la missione di preparare le vie del Signore, invitando gli uomini alla con versione e scrutando i segni dei suoi tempi per riconosce re il Messia che sta per arri vare. I vangeli della 2a e della 3a domenica lo vedono come protagonista. Quello della 3a domenica è caratterizzato da un dialogo serrato di Giovanni con i pubblicani, i soldati e la gente. È pertanto necessario rispettare le caratteristiche tipiche dei racconti contenenti discorsi diretti, nei quali gli interventi dei vari personaggi devono essere, per quanto possibile, evidenziati sia con il tono della voce sia con il vo lume. Inoltre i discorsi diretti devono essere sempre fatti precedere da una pausa non troppo breve e pronunciati in generale con un volume un po’ più alto. Le letture della solennità dell’Immacolata Concezione illustrano il mistero dell’elezione e della predestinazione di Maria. Dal testo della Genesi che preannuncia il piano salvifico di Dio nell’eterna lotta dell’umanità (la donna) contro il male (il serpente), alla lettera di Paolo agli Efesini che presenta l’inno cristologico che celebra la scelta dei redenti in Cristo, dei quali Maria è la primizia, fino al testo lucano dell’annunciazione. Nella lettura di questo meraviglioso brano il lettore dovrà da un lato evitare il rischio di una lettura monotona di un racconto arcinoto e dall’altro saper rendere il profondo senso di mistero e di stupore che caratterizza il dialogo tra l’angelo Gabriele e Maria.

Bruno BARBERIS

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